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Le emozioni...ma le conosciamo veramente?


Le emozioni rappresentano esperienze complesse che permettono a qualsiasi tipo di individuo di adattarsi ai cambiamenti ambientali e che sono alla base della qualità delle relazioni con gli altri. Esistono emozioni primarie (quali la rabbia e la paura), che compaiono precocemente nello sviluppo, ed emozioni più complesse (quali la vergogna) che compaiono più tardivamente. Come altri processi cognitivi come il linguaggio, così anche per le emozioni esistono diverse tappe evolutive: il bambino cioè passa da reazioni emotive utilizzate essenzialmente per comunicare i propri bisogni ad emozioni con valore comunicativo intenzionale, fino ad arrivare al controllo delle emozioni adeguandole alle circostanze e regole sociali.

Crescendo il bambino deve acquisire la cosiddetta competenza emotiva, che riguarda le dimensioni dell'espressione, della comprensione (legata ai comportamenti empatici) e della regolazione emozionale.

Risulta, quindi, fondamentale insegnare ai bambini il riconoscimento delle diverse espressioni delle emozioni, a livello fisico e mentale. Nel primo caso si fa riferimento a variazioni di diversi distretti corporei, quali frequenza cardiaca e ritmo della respirazione, pressione arteriosa, temperatura corporea (es. sudorazione delle mani), diverse espressioni facciali (es. aggrottamento delle ciglia), variazioni della postura e del tono della voce. A livello mentale ci si riferisce ai pensieri e alle credenze che accompagnano le emozioni e che fanno sì che, pur nella stessa situazione sociale, individui diversi provino emozioni differenti.

La capacità di autoregolazione delle emozioni consente al bambino un controllo più attivo sugli stimoli interni ed esterni al proprio corpo. Si può regolare un’emozione agendo sia sul versante fisico che su quello mentale. Nel primo caso attraverso l’azione sul proprio corpo, come ad esempio attraverso l’uso di tecniche di rilassamento appositamente preparate per i bambini (come anche per gli adulti); nel secondo caso attraverso una corretta decodifica della realtà evitando pensieri disfunzionali (quale ad esempio catastrofismi, pensiero che si autoavvera, lettura della mente, ecc.).

Il genitore e i diversi educatori possono accompagnare il bambino ad acquisire maggiore consapevolezza possibile rispetto alle emozioni, considerando che il cervello del bambino non ha ancora terminato il suo sviluppo e quindi non sempre gli permette di capire e gestire le proprie emozioni: non ha quindi gli strumenti mentali per gestire in modo efficace ciò che vive, necessitando dell’aiuto di un adulto per non essere sopraffatto dai suoi affetti e per imparare ad esprimere i suoi bisogni in maniera socialmente accettabile. E’ importante trasmettere ai bambini una piena accettazione di tutti i vissuti emotivi di cui fa esperienza; ciò che può essere messo in discussione è la modalità prescelta dal bambino per esprimere la propria emozione e non l’emozione stessa. Crescere nell'emozione significa crescere nella relazione in ogni contesto.

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